mercoledì 6 gennaio 2010

Allenare con discrezione

Torniamo ai ricordi faceti: canoa anni 80.
La mia allenatrice di Canoa (la Bianca), seguiva la nostra squadra da terra in bicicletta, dandoci le istruzioni (tecnica, tempi, pause) con un megafono; noi, ovviamente eravamo in canoa, su vari equipaggi, chi in K2, chi in K4, chi in Canadese, ma tutti, senza distinzione, eravamo giovani, belli e spensierati; ci allenavamo duramente e ci piaceva, ma soprattutto ci piaceva fare i cazzoni, fuori e in barca. Allora facevamo arrabbiare la Bianca e lei giustamente si incazzava e ci urlava dietro. Col megafono.
Ho questa immagine del nostro laghetto artificiale, in un pomeriggio di fine novembre color vermiglio, con le piante del parco in fiamme, l’aria tersa, fredda che asciugava il sudore delle nostre fatiche; eravamo sette o otto equipaggi, una decina di ragazzi in canoa, fermi, circondati dall’acqua, la Bianca ci cazziava, perché non tiravamo, la tecnica non andava bene, ecc ecc in pratica quello che dice sempre un allenatore. Solo che lei urlava, appoggiata alla bicicletta, col megafono. Noi volevamo sprofondare perché nonostante fosse autunno e non fosse tanto frequentato, non davamo una bella impressione. Allora la situazione si ribaltava e sottovoce facevamo le battutine e ridacchiavamo sotto i baffi. Ma quella volta si era alzata una brezza quel tanto che fosse bastato a portare le nostre parole alle sue orecchie.
Silenzio. Poi riprese a parlare:
“Sapete cosa siete?” in tono calmo (al megafono) ci disse prima di scatenarsi:
“DEI CIOGIELLEIOENNEI!!!!!!, SIETE DEI COGLIONI!”
Silenzio di nuovo. E poi la nostra reazione: io mi sono ribaltato in acqua dal ridere e, siccome mi pigliavano in giro. ho fatto ribaltare anche il K4”.
Abbiamo passato la notte in barca senza tornare negli spogliatoi.

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